Casa-Museo Pasquale Verrusio
Pasquale Verrusio
Pasquale Verrusio, artista romano, cresce nella Garbatella, segnato dall’ombra della guerra e dal dolore profondo per la precoce perdita della madre.
Fin da giovanissimo sente il bisogno vitale di esprimersi con il segno, con il colore e con la forma.
Sempre in contrasto col padre che non riusciva a capirlo, dall’istituto tecnico, fino agli uffici postali dove i suoi timbri storti erano atti d’insubordinazione poetica, Pasquale cerca di fare giustizia della sua dote artistica disegnando mondi invisibili.
Da ragazzo era un ottimo giocatore di calcio, tanto che si parlava di una promozione per farlo giocare con la “Roma” in serie A.
Anche se il calcio lo appassionava, lui sentiva che lo avrebbe allontanato dal fuoco sacro dell’arte che gli bruciava nell’anima e lasciò.
Grazie alla sua perseveranza riesce a entrare all’Accademia di Francia a Villa Medici a Roma dove studia il nudo dal vero.
In quello stesso periodo incontra Renato Guttuso di cui diventerà allievo prediletto.
Trascorre ore nelle chiese, disegnando nel silenzio di quel sacro.
Già le sue prime opere attirano l’attenzione della critica, che ne riconosce l’originalità e la forza espressiva.
Con alcuni artisti fonda il gruppo “Libertà-Realtà”, portando avanti una nuova figurazione controcorrente, in contrasto con l’astrattismo dominante.
Espongono alla Galleria Stagni di Roma, fondata da Fides Stagni, figura centrale della scena artistica romana.
La mostra riceve ampio riconoscimento e attira lo sguardo attento del critico Lionello Venturi.
Partecipa al Festival dei Due Mondi di Spoleto.
Grazie a una borsa di studio dell’Accademia Francese Villa Medici, si trasferisce a Parigi dove, oltre ad approfondire la tecnica pittorica, frequenta il laboratorio di incisione di Stanley William Hayter. A Parigi respira un’atmosfera internazionale che lo fa crescere come artista. Si lascia ispirare da Francis Bacon producendo opere con la tematica della metropolitana.
Espone al Salon de la Jeune Peinture ottenendo ampi consensi da parte della critica. Notato dall’imprenditore-gallerista Marchini, che in quel periodo si trovava a Parigi, avrà con lui il suo primo contratto di lavoro come artista, una volta tornato in Italia. Nella Galleria Don Chisciotte a Roma tiene, con enorme successo di critica a livello nazionale, la sua prima esposizione personale. Fonda poi la Galleria Il Gabbiano a Roma insieme a Laura Mazza, Alberto Mondadori ed altri artisti. Si unisce al collettivo della Galleria Il Fante di Spade, cuore pulsante della Nuova Scuola Romana.
Le sue opere entrano nella Collezione Zavattini, sono ospitate nei principali Istituti Italiani di Cultura all’estero e sostenute da figure cardine come Mario Roncaglia, gallerista e mecenate. Su invito di quest’ultimo si trasferisce a Milano, dove apre uno studio d’arte con Gianfranco Ferroni e Augusto Perez, e per anni vive tra Roma e Milano.
Durante l’estate, con Vespignani, vanno a dipingere all’Isola d’Elba, ospiti in una villa di collezionisti: qui nasce la tematica dei sassi di Verrusio. Tematica che lo accompagnerà fino in Abruzzo. Quando approda a Bomba, affascinato dalla bellezza del paesaggio abruzzese, ancora così selvaggio, decide di acquistare la casa di famiglia dei fratelli Spaventa, dove durante l’estate va a dipingere spingendosi fino allo scoglio delle Morge, l’attuale Costa dei Trabocchi.
Artista internazionale, Verrusio espone in Italia e nel mondo: Parigi, Sydney, Chicago, Il Cairo, Leningrado, Stoccolma, ottenendo numerosi premi e riconoscimenti.
Per qualche anno insegna Tecnica di Rappresentazione Visiva all’Istituto Europeo di Design di Roma e proprio in questo periodo incontra la pittrice Éteras, con la quale stabilisce un sodalizio umano e artistico che li condurrà al matrimonio.
Insieme costruiscono una casa-studio sulla Costa dei Trabocchi, un rifugio luminoso, immerso nella natura, dove possono esprimersi artisticamente. Danno vita al “Centro Europeo d’Arte Le Morge”, un luogo dove trasmettere ai giovani la loro esperienza e la loro passione artistica.
Vengono invitati a tenere un workshop sull’affresco e l’arte italiana all’Università del Colorado, dove espongono anche le loro opere ottenendo un clamoroso successo. Aprono uno studio di pittura a Stoccarda che resta attivo fino alla malattia di Pasquale, che li costringe a tornare in Italia.
Pasquale Verrusio si spegne a Torino di Sangro, dopo una lunga malattia.
Artista senza padroni, sempre in cerca dell’essenziale.
Le sue tele non rappresentano, ma rivelano.
Ogni pennellata è scavo, silenzio, materia viva.
Nel suo lavoro, l’arte è necessità e destino.
Sempre alla ricerca dell’autenticità con sé stesso.
E nella sua pittura, chi osserva sente il peso lieve della vita.
Il respiro della materia.
Il privilegio di aver amato.
L’arte come destino.
Oggi nasce il desiderio di costituire la Casa-Museo dedicata a Pasquale Verrusio, un luogo dove conservare e valorizzare le sue opere e la sua eredità artistica.